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"L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi" Featured
Abbiamo visto l’atteso spettacolo "L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi" al Teatro Quirino a Roma, in scena dal 5 al 7 maggio 2023. Scritto da Francesco Niccolini , con Claudio Casadio, regia Giuseppe Marini, illustrazioni Andrea Bruno, scenografie e animazioni Imaginarium Creative Studio, costumi Helga Williams, musiche originali Paolo Coletta, light design Michele Lavanga, fonica Francesco Cavessi, direttore di scena Matteo Hintermann, collaborazione alla drammaturgia Claudio Casadio, voci di Cecilia D’Amico (sorella), Andrea Paolotti (Ermes), Giuseppe Marini (dottore) e Andrea Monno (infermiere).
Questa storia di amore negato, incorniciata dalle animazioni grafiche firmate dal fumettista Andrea Bruno, dà vita e voce a un personaggi indimenticabile. Con un’animazione grafica di straordinaria potenza, visiva e drammaturgica, Claudio Casadio porta sul palcoscenico un personaggio indimenticabile, affrontando con grande sensibilità attoriale con delicatezza e poesia il tema sulla malattica mentale. A prima vista l’Oreste può sembrare un monologo, dato che in scena c’è un solo attore in carne e ossa. Ma quel che attende lo spettatore è ben altro: grazie alla mano di Andrea Bruno, uno dei migliori illustratori italiani, e alla collaborazione con il Festival Lucca Comics, lo spettacolo funziona con l’interazione continua tra teatro e fumetto animato: l’Oreste riceve costantemente visita dai suoi fantasmi, dalle visioni dei mondi disperati che coltiva dentro di sé, oltre che da medici e infermieri. I sogni dell’Oreste, i suoi incubi, i suoi desideri e gli errori di una vita tutta sbagliata trasformano la scenografia e il teatro drammatico classico in un caleidoscopio di presenze che solo le tecniche del “Graphic Novel Theater” rendono realizzabile: un impossibile viaggio tra Imola e la Luna attraverso la tenerezza disperata di un uomo abbandonato da bambino e che non si è più ritrovato. Trama: l’Oreste è internato nel manicomio dell’Osservanza a Imola. È stato abbandonato quando era bambino, e da un orfanotrofio a un riformatorio, da un lavoretto a un oltraggio a un pubblico ufficiale, è finito lì dentro perché, semplicemente, in Italia, un tempo andava così. Dopo trent’anni non è ancora uscito: si è specializzato a trovarsi sempre nel posto sbagliato nel momento peggiore. Non ha avuto fortuna l’Oreste, e nel suo passato ci sono avvenimenti terribili che ha rimosso ma dai quali non riesce a liberarsi: la morte della sorella preferita, la partenza del padre per la guerra, il suo ritorno dalla campagna di Russia tre anni dopo la fine di tutto e poi la sua nuova partenza, di nuovo per la Russia, per una fantastica carriera come cosmonauta, e – come se tutto questo non bastasse – la morte violenta della madre, una madre che lo ha rifiutato quando era ancora ragazzino con i primi problemi psichici. Eppure, l’Oreste è sempre allegro, canta, disegna, non dorme mai, scrive alla sua fidanzata (che ha conosciuto a un “festival per matti” nel manicomio di Maggiano a Lucca), parla sempre. Parla con i dottori, con gli infermieri, con un’altra sorella che di tanto in tanto viene a trovarlo, ma soprattutto parla con l’Ermes, il suo compagno di stanza, uno schizofrenico convinto di essere un ufficiale aeronautico di un esercito straniero tenuto prigioniero in Italia. Peccato che l’Ermes non esista. La storia di Oreste è una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato. Su come la vita spesso non faccia sconti e sia impietosa. E su come, a volte, sia più difficile andare da Imola a Lucca che da Imola sulla Luna. Uno spettacolo originalissimo, di struggente poesia e forza, in cui fluiscono momenti drammatici e altri teneramente comici. Dallo spettacolo è stato realizzato un libro che ne raccoglie testi e illustrazioni, pubblicato da Poliniani Editore.
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